I testi della copertina

I ricordi sono vividi, dettagliati, crudi. Come questo, dell’unica sopravvissuta della strage di Pietransieri, in Abruzzo. Sono i ricordi di chi ha assistito in prima persona, salvandosi miracolosamente, agli eccidi dei nazifascisti durante l’occupazione tedesca dell’Italia tra il 1943 e il 1945. Migliaia di civili inermi, per lo più donne, bambini e anziani, in centinaia di località diverse. I processi ai responsabili prima bloccati in nome della ragion di Stato, poi celebrati dopo decenni e terminati con condanne all’ergastolo che nessuno vuole o può eseguire.

Io ho visto nasce per non disperdere la memoria di quegli orrori, per consegnare alla storia e alle future generazioni i racconti di chi ci riporta con i propri occhi a quei momenti, agli attimi in cui per lui tutto cambiò. Racconti brevi, essenziali, accompagnati da una fotografia del protagonista scattata dallo stesso autore. Storie personali, intime, di chi è stato a un passo dalla morte. Con particolari che coinvolgono. E con la descrizione della complessa convivenza di ciascuno con la propria memoria, il proprio futuro, il perdono.

Io ho visto ha ispirato la canzone di Luca Bussoletti Sussidiario di un vecchio bambino.

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“La mamma mi ha coperto gli occhi con lo scialle nero, ma io ho visto. Ho visto il tedesco con la mitragliatrice in mano che ci guardava senza espressione. Stava per uccidere, non rideva e non piangeva”.

Trenta storie di donne e uomini che hanno visto uccidere, che sono sfuggiti alla morte per caso, che convivono da settant’anni con il dolore che il tempo non può cancellare.

Trenta storie scritte in prima persona, con linguaggio semplice e diretto, che accompagnano per mano il lettore nel vortice dell’Italia occupata dai nazisti, nei paesi devastati dalle fiamme.

Trenta storie che fanno rivivere come in un film le stragi commesse dai nazifascisti tra il 1943 e il 1945. Dieci-quindicimila morti che non hanno mai avuto giustizia.

Trenta storie per sapere. E per non dimenticare.

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Pier Vittorio Buffa ha pubblicato, con Franco Giustolisi, Al di là di quelle mura (Rizzoli, 1984) e Mara, Renato e io. Storia dei fondatori delle Brigate Rosse (Mondadori, 1988). Con il romanzo Ufficialmente dispersi (Marsilio 1995, poi Transeuropa 2010) ha vinto il Premio Scanno.

 

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